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TREKKING IN CIOCIARIA

Frosinone

Altitudine : 291 m s.l.m. Comuni confinanti : Alatri, Arnara, Ceccano, Ferentino, Patrica, Supino, Torrice, Veroli Superficie : 47,02 kmq Abitanti : 48.269 Frazioni   e   contrade :   Capo   Barile,   Colle   Cannuccio,   Colle   Cottorino,   Colle   Martuccio,   Fontana   Grande,   Cervona,   Pescara,   Pignatelle,   Rase,   Madonna   della neve, Maniano, Pratillo, San Liberatore, Selva dei muli, Stazione, Valle contessa, Vetiche 1, Vetiche 2 Circondata da una chiostra di monti, in posizione strategica tra le valli del Sacco e del Liri, a circa 300 metri di altitudine, Frosinone, in origine, fu una delle città volsche più antiche. Rifiutò di entrare nella confederazione latina su proposta di Tarquinio il Superbo, e nel 306 a.C. fu a capo della lega Ernica contro Roma. La lotta con Roma continuò fino al 388 a.C., quando C.Furio Camillo, a capo delle truppe romane, sottomise in modo definitivo i Volsci, gli Ernici ed i Latini, che nel frattempo avevano stretto un’alleanza. Più tardi, nel 303 a.C., i Frusinati, divenuti fedeli legionari di Roma, si distinsero per valore nella battaglia di Canne ed il Senato volle ricompensare la città con la restituzione dell’autonomia municipale. Nel 702 il duca di Benevento Gisulfo la espugnò dopo un lungo assedio, incendiandola ed uccidendo gran parte degli abitanti. Nel 796 la città riuscì a staccarsi dal controllo di Bisanzio ed entrò a far parte del regno di Carlo Magno; nell’817 Lodovico il Pio donò Frosinone e la Sede Vescovile con tutte le sue terre alla Santa Sede. Per altri due secoli la città continuò a subire saccheggi e incursioni da parte dei vari popoli che in ordine di tempo apparivano sulla importante via Latina, diretti a Sud o verso Roma. I Saraceni, i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, i Baroni romani e perfino i Papi si alternarono sulle mura della città. Solamente verso il 1200 Frosinone, come molte altre città del basso Lazio, rinacque a nuova vita con l’affermarsi dell’era dei liberi comuni. Nel 1330 si insediarono a Frosinone i Caietani (o Caetani), famiglia oriunda di Gaeta, ma discendente dall’antica "gens" romana Giulia, che annoverava tra i suoi uomini illustri personaggi come Gelasio II° e Bonifacio VIII°. Essi governavano Frosinone in nome della Chiesa, nel frattempo divenuta capoluogo di Campagna e Marittima, e dotarono la città di numerose opere pubbliche, tanto che gli abitanti decisero di adottare lo stemma della famiglia Caetani: un leone rampante, in sostituzione dell’antico simbolo cittadino formato da due giavellotti. Al leone rampante venne poi aggiunta la banda che gli cinge il corpo, con sopra la scritta "Bellator Frusino", il motto coniato nel I° sec. a.C. dal poeta Silio Italico per riconoscere alla popolazione frusinate l’indole indipendente e guerriera dimostrata nelle lunghe lotte contro Roma. Nel 1556, durante le lotte tra il pontefice Paolo IV° e gli Spagnoli, la città fu occupata dal Duca d’Alba che la distrusse. Seguirono alcuni secoli di relativa calma, e Frosinone divenne una serena cittadina, dotata di importanti uffici governativi. La prima metà del ‘700 fu dominata dalle guerre di successione durante le quali la città, come tutte le comunità dello Stato Pontificio, dovette sostenere nuove tasse per il passaggio ed il mantenimento delle truppe. Frosinone vide passare sia gli eserciti di Carlo VI°, sia quelli di Carlo il Borbone, il futuro Carlo III°. Nel 1816 fu stabilito il nuovo ordinamento dello Stato Pontificio, da parte di Pio VII°, e fu formata la delegazione di Frosinone, sede del legato apostolico e del Governatore. Nel 1828 ottenne dal pontefice un Breve con il quale le venne confermato il titolo di Città, con tutti i privilegi che questo comportava. Nel 1870 entrò a far parte del Regno d’Italia, come sottoprefettura della provincia di Roma, e nel 1926 venne costituita la nuova provincia di Frosinone, comprendente inizialmente 117 comuni, poi ridotti a 91 con l’istituzione della provincia di Latina. Fra i monumenti che ancora oggi si possono vedere nel capoluogo, va citata la Collegiata di Santa Maria, di architettura barocca, con l’interno arricchito da marmi policromi, cornici, riquadri, altari e belle tele di artisti contemporanei, fra i quali Annigoni, Fantuzzi, Purificato, Sarra, Colacicchi. Il grande campanile quadrato, staccato dalla chiesa e dominante l’intera città, presenta tre ordini di bifore ad arco tondo, con colonnine, e la parte terminale è di forma ottagonale e contiene gli orologi, ben visibili da ogni parte del paese. La Chiesa di San Benedetto, già basilica benedettina, fu eretta nel 1134 in stile romanico e venne interamente rifatta nel 1800. Ha un maestoso tiburio di forma ottagonale, chiuso da una cupola con una elegante lanterna che da luce al tempio. Sorge nella bella piazza della Libertà, di fronte al grandioso palazzo che ospitava la Legazione Apostolica, fatto erigere dal pontefice Gregorio XVI°, nel punto più alto dell’arce dell’antica Frusino. Nel quartiere di Madonna della Neve sorge una monumentale fontana, di fronte alla chiesa omonima, fatta erigere da un nobile ciociaro, Livio De Carolis, molto noto fra la nobiltà romana per la sua carica prestigiosa di amministratore dell’ospedale e del Banco di Santo Spirito. Le testimonianze archeologiche dell’antica Frusino arrivate fino ai nostri giorni sono molto scarse, a causa delle ripetute distruzioni patite dalla città. I resti di un anfiteatro romano sorgono nella zona di Viale Roma, in parte coperti da una recente costruzione. Piccoli reperti archeologici come monete, frammenti di tombe, capitelli, colonne, lasciano solamente intuire quale fosse la struttura urbanistica dell’antica Frusino Volsca e Romana, e si possono ammirare nelle sale del Museo Archeologico comunale. La storia del Cristianesimo annovera fra i suoi personaggi eroici due papi frusinati: S. Ormisda e San Silverio. Essi sono i patroni della città capoluogo. S. Ormisda, eletto papa nel 514, fu un infaticabile difensore della ortodossia cattolica, proclamò l’infallibilità della Chiesa in materia di fede e redasse un formulario, in un primo tempo rifiutato dall’Imperatore di Costantinopoli, Anastasio, ma in seguito accettato dal suo successore Giustino. San Silverio fu un modello di poetica figura di pontefice. Scomunicò l’antipapa Vigilio, protetto dall’Imperatrice Teodora, e per questa sua coraggiosa opposizione ai potenti del tempo, nel 537, venne relegato nella lontana regione della Licia ed in seguito fatto confinare, fino alla morte nel 540, nella desolata isola di Palmarola, nell’arcipelago pontino.

Numeri utili

Comune: Polizia locale: Pro Loco: Ricettività & Servizi

L’Edicola - Rivendita carte e guide escursionistiche - Via Tiburtina, 224 - Frosinone - Tel. 0775 821121 - Sito web

Himalaya Trek - Abbigliamento Sport&Outdoor - Via Piave, 7 - Tel. 0775 156 3433 - Sito web

Osteria Panzini - Piazza Madonna della Neve, 10 - Tel. 0775 823089 - 393 8121985 - Sito web

Le Guide Ambientali Escursionistiche

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Altitudine : 291 m s.l.m. Comuni     confinanti :     Alatri,     Arnara,     Ceccano,     Ferentino, Patrica, Supino, Torrice, Veroli Superficie : 47,02 kmq Abitanti : 48.269 Frazioni    e    contrade :    Capo    Barile,    Colle    Cannuccio,    Colle Cottorino,     Colle     Martuccio,     Fontana     Grande,     Cervona, Pescara,    Pignatelle,    Rase,    Madonna    della    neve,    Maniano, Pratillo,     San     Liberatore,     Selva     dei     muli,     Stazione,     Valle contessa, Vetiche 1, Vetiche 2 Circondata da una chiostra di monti, in posizione strategica tra le valli del Sacco e del Liri, a circa 300 metri di altitudine, Frosinone, in origine, fu una delle città volsche più antiche. Rifiutò di entrare nella confederazione latina su proposta di Tarquinio il Superbo, e nel 306 a.C. fu a capo della lega Ernica contro Roma. La lotta con Roma continuò fino al 388 a.C., quando C.Furio Camillo, a capo delle truppe romane, sottomise in modo definitivo i Volsci, gli Ernici ed i Latini, che nel frattempo avevano stretto un’alleanza. Più tardi, nel 303 a.C., i Frusinati, divenuti fedeli legionari di Roma, si distinsero per valore nella battaglia di Canne ed il Senato volle ricompensare la città con la restituzione dell’autonomia municipale. Nel 702 il duca di Benevento Gisulfo la espugnò dopo un lungo assedio, incendiandola ed uccidendo gran parte degli abitanti. Nel 796 la città riuscì a staccarsi dal controllo di Bisanzio ed entrò a far parte del regno di Carlo Magno; nell’817 Lodovico il Pio donò Frosinone e la Sede Vescovile con tutte le sue terre alla Santa Sede. Per altri due secoli la città continuò a subire saccheggi e incursioni da parte dei vari popoli che in ordine di tempo apparivano sulla importante via Latina, diretti a Sud o verso Roma. I Saraceni, i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, i Baroni romani e perfino i Papi si alternarono sulle mura della città. Solamente verso il 1200 Frosinone, come molte altre città del basso Lazio, rinacque a nuova vita con l’affermarsi dell’era dei liberi comuni. Nel 1330 si insediarono a Frosinone i Caietani (o Caetani), famiglia oriunda di Gaeta, ma discendente dall’antica "gens" romana Giulia, che annoverava tra i suoi uomini illustri personaggi come Gelasio II° e Bonifacio VIII°. Essi governavano Frosinone in nome della Chiesa, nel frattempo divenuta capoluogo di Campagna e Marittima, e dotarono la città di numerose opere pubbliche, tanto che gli abitanti decisero di adottare lo stemma della famiglia Caetani: un leone rampante, in sostituzione dell’antico simbolo cittadino formato da due giavellotti. Al leone rampante venne poi aggiunta la banda che gli cinge il corpo, con sopra la scritta "Bellator Frusino", il motto coniato nel I° sec. a.C. dal poeta Silio Italico per riconoscere alla popolazione frusinate l’indole indipendente e guerriera dimostrata nelle lunghe lotte contro Roma. Nel 1556, durante le lotte tra il pontefice Paolo IV° e gli Spagnoli, la città fu occupata dal Duca d’Alba che la distrusse. Seguirono alcuni secoli di relativa calma, e Frosinone divenne una serena cittadina, dotata di importanti uffici governativi. La prima metà del ‘700 fu dominata dalle guerre di successione durante le quali la città, come tutte le comunità dello Stato Pontificio, dovette sostenere nuove tasse per il passaggio ed il mantenimento delle truppe. Frosinone vide passare sia gli eserciti di Carlo VI°, sia quelli di Carlo il Borbone, il futuro Carlo III°. Nel 1816 fu stabilito il nuovo ordinamento dello Stato Pontificio, da parte di Pio VII°, e fu formata la delegazione di Frosinone, sede del legato apostolico e del Governatore. Nel 1828 ottenne dal pontefice un Breve con il quale le venne confermato il titolo di Città, con tutti i privilegi che questo comportava. Nel 1870 entrò a far parte del Regno d’Italia, come sottoprefettura della provincia di Roma, e nel 1926 venne costituita la nuova provincia di Frosinone, comprendente inizialmente 117 comuni, poi ridotti a 91 con l’istituzione della provincia di Latina. Fra i monumenti che ancora oggi si possono vedere nel capoluogo, va citata la Collegiata di Santa Maria, di architettura barocca, con l’interno arricchito da marmi policromi, cornici, riquadri, altari e belle tele di artisti contemporanei, fra i quali Annigoni, Fantuzzi, Purificato, Sarra, Colacicchi. Il grande campanile quadrato, staccato dalla chiesa e dominante l’intera città, presenta tre ordini di bifore ad arco tondo, con colonnine, e la parte terminale è di forma ottagonale e contiene gli orologi, ben visibili da ogni parte del paese. La Chiesa di San Benedetto, già basilica benedettina, fu eretta nel 1134 in stile romanico e venne interamente rifatta nel 1800. Ha un maestoso tiburio di forma ottagonale, chiuso da una cupola con una elegante lanterna che da luce al tempio. Sorge nella bella piazza della Libertà, di fronte al grandioso palazzo che ospitava la Legazione Apostolica, fatto erigere dal pontefice Gregorio XVI°, nel punto più alto dell’arce dell’antica Frusino. Nel quartiere di Madonna della Neve sorge una monumentale fontana, di fronte alla chiesa omonima, fatta erigere da un nobile ciociaro, Livio De Carolis, molto noto fra la nobiltà romana per la sua carica prestigiosa di amministratore dell’ospedale e del Banco di Santo Spirito. Le testimonianze archeologiche dell’antica Frusino arrivate fino ai nostri giorni sono molto scarse, a causa delle ripetute distruzioni patite dalla città. I resti di un anfiteatro romano sorgono nella zona di Viale Roma, in parte coperti da una recente costruzione. Piccoli reperti archeologici come monete, frammenti di tombe, capitelli, colonne, lasciano solamente intuire quale fosse la struttura urbanistica dell’antica Frusino Volsca e Romana, e si possono ammirare nelle sale del Museo Archeologico comunale. La storia del Cristianesimo annovera fra i suoi personaggi eroici due papi frusinati: S. Ormisda e San Silverio. Essi sono i patroni della città capoluogo. S. Ormisda, eletto papa nel 514, fu un infaticabile difensore della ortodossia cattolica, proclamò l’infallibilità della Chiesa in materia di fede e redasse un formulario, in un primo tempo rifiutato dall’Imperatore di Costantinopoli, Anastasio, ma in seguito accettato dal suo successore Giustino. San Silverio fu un modello di poetica figura di pontefice. Scomunicò l’antipapa Vigilio, protetto dall’Imperatrice Teodora, e per questa sua coraggiosa opposizione ai potenti del tempo, nel 537, venne relegato nella lontana regione della Licia ed in seguito fatto confinare, fino alla morte nel 540, nella desolata isola di Palmarola, nell’arcipelago pontino.

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